The Inbounder 2018: 3 strategie imperdibili per il tuo Brand

04/05/2018
Autore: Daniela Filip - di lettura

TheInbounder è, come recita il payoff dell’evento, la “Europe’s must-attend Digital Marketing Conference”: un evento da non perdere nel panorama dell’inbound marketing.

Tra roadshow, Think Tanks e Global Conference (questa è la seconda, dopo la prima edizione di Valencia nel 2016) Gianluca Fiorelli raduna una line-up di speakers di tutto rispetto, pronti a condividere con un pubblico di marketers le tendenze più hot del mondo digital.

Dopo Valencia, eccoci quindi a Madrid per 2 giorni di full-immersion (reale e virtuale, è il caso di dirlo). Cosa abbiamo portato a casa?

Oltre a qualche “etto” di troppo (tapas e cerveza, claro que sì! E a questo proposito, ecco la mappa dei migliori locali in centro Madrid suggeriti dalla SEO consultant Aleyda Solis, una delle speaker più attese all’evento), abbiamo imparato tanto, ricevuto diverse conferme e siamo tornate veramente cariche!

Ecco le 3 cose che secondo noi non potete non sapere dal TheInbounder2018: 

#1 Google is no more focused (only) on your website

Un tema che è tornato più e più volte: l'evoluzione delle ricerche online. Che le ricerche da Mobile abbiano superato quelle da desktop è ormai un dato di fatto ma a “scompigliare” ulteriormente i risultati della SERP è l’aumento delle ricerche senza click: sempre più la risposta che noi cerchiamo è disponibile direttamente nella pagina dei risultati. In poche parole, non più solo URL su cui cliccare che ci rimandano alla pagina di un sito: tutto quello che ci serve sapere è già presente nella Posizione Zero di Google.

Pensa alle tue ricerche da online: il primo risultato in cui ti imbatti non è quasi mai un sito. Può trattarsi di un carosello per l’acquisto, di una mappa, di un video. Il framework di Google ha iniziato a cambiare in questa direzione già da molto tempo (vedi Google My Business).

“Google mira a diventare l’homepage del tuo brand”
Cindy Krum, Mobile Marketing Evangelist @suzzicks



nuovaversione

CTR DESKTOP VS CTR MOBILE SEARCH ©Rand Fishkin, Founder SparkToro


L’obiettivo è sempre quello di rendere la ricerca più facile per l’utente, soprattutto da mobile. Non più solo keywords quindi ma Entità: concetti astratti che esistono e stanno sopra alle parole chiave e che assumono sembianze diverse (mappe, immagini, curated collection…)

Theinbounder_1-2©Cindy Krum, Mobile Marketing Evangelist

Gli assistenti vocali dei nostri smartphone, che stanno entrando anche nelle nostre case (entro il 2020 il 50% di tutte le query potrebbe arrivare da ricerca vocale) portano a domande nuove a cui spesso non corrispondono risultati “tradizionali”, vuoi perché i siti attualmente non sono ottimizzati per questo tipo di ricerche, vuoi perché il risultato più soddisfacente per l’utente sarà potenzialmente dato da un’app, da una mappa o da google stesso.

#2 L’Image Search diventa Visual Search

E’ il momento (definitivo) di rivalutare le immagini come strumento di marketing digitale.

La miglior strategia è quella di aiutare Google a capire il significato dell'immagine grazie al contesto che la circonda: questo ci dà la possibilità di essere presenti in più contesti di ricerca e avere maggiore visibilità. 

Theinbounder_2-1©Gianluca Fiorelli, Strategic International SEO

E vale soprattutto per la ricerca Visuale, ossia la ricerca per immagini e non per parole chiave. Al momento Bing ha già implementato l’Image Recognition che consente al motore di ricerca di rilevare l’intento di acquisto a partire dalla ricerca di un'immagine, mostrando i prodotti correlati con il link diretto.

Theinbounder_3-3©Purna Virji, Microsoft Senior Manager

A tal proposito si è parlato dell'importanza di Pinterest, social media ancora molto sottovalutato dalle aziende, che offre il servizio di ricerca visual già da 3 anni. Alcuni dati? 200 milioni di utenti attivi, un miliardo di bacheche create e più di 2 miliardi di Shopping Pins salvati quotidianamente.

La buona notizia è che le best practice che già conosciamo per l'ottimizzazione delle immagini rimangono ancora valide. Ma attenzione: che siano immagini personali e uniche, in alta qualità ma correttamente ottimizzate (tutti fattori che influenzano il ranking).

#3 Ai tuoi potenziali consumatori interessa davvero il tuo sito?

È arrivato il momento di riconsiderare la propria strategia di marketing alla luce di una nuova interazione tra brand e i consumatori.
I consumatori non hanno più bisogno di guardare il sito dei vari brand nella fase di scouting iniziale. Lo vediamo dal nuovo modo di fare ricerche online, tramite il mobile, e dalle nuove ricerche vocali: 

TheInbounder_5-2©Jono Alderson - Marketing technologist at Yoast

Cosa fare allora? 

Diventa un brand

Il percorso inizia molto prima, dagli stakeholders che influenzano le preferenze dei tuoi potenziali clienti prima che questi ultimi inizino il loro customer journey.

“You need to positively influence the consideration set before the customer express a need” - Jono Alderson - Marketing technologist at Yoast


Costruire una Brand Currency, un valore di mercato per il tuo brand, significa essere scelti al di là del dispositivo, della modalità di ricerca, delle offerte dei concorrenti. Una strada lunga, certo, ma l’unica possibile in un contesto di complessità e affollamento dell’offerta. E che coinvolge tutta l’azienda, non solo il marketing e soprattutto non solo il digital marketing.

TheInbounder_4-1©Jono Alderson - Marketing technologist at Yoast

E intanto?

Costruisci una content strategy per farti riconoscere (nella tua nicchia)

Gli utenti Millennials vogliono fare ed essere la storia: costruisci allora contenuti che diventino vere e proprie esperienze personalizzate. Le nuove intelligenze artificiali (Google, ad esempio!) sono in grado di creare percorsi unici per ogni utente sfruttando l’immensa mole di dati acquisita e combinandola con il contesto.

Ecco perché diventa sempre più importante, per una content strategy digitale, conoscere i tuoi Consumer: chi sono, cosa fanno, cosa vogliono? Per saperlo devi analizzare l’insieme di dati a disposizione, online od offline, con una visione d’insieme del mercato.

Ah, puoi anche mettere in moto una community, che faccia tutto questo per te. 

E una volta che hai attirato il tuo potenziale lead?

Ecco la nuova vera sfida per i marketers: accompagnare l’utente lungo tutto il funnel, fino alla conversione finale (che non sempre coincide con l’acquisto). Individua i tuoi KPI di successo e inizia a raccogliere dati per misurarli.

Qui la Conversion Rate Optimization entra di prepotenza tra i temi trattati durante l’evento. Testa ogni elemento delle tue pagine: con survey qualitative, user test live, analisi tecniche, heat-map e scroll-map. E non dimenticare il contesto: mercato, settore, competitors… Insomma, il messaggio è: le best practices per la CRO sono solo la punta dell’iceberg. Anzi, le fondamenta: se mancano, è difficile pensare a di poter fare davvero CRO.

E quindi?

  • Il digital marketing è parte del marketing: senza strategia la tattica non sta in piedi. Ma la tattica influenza la strategia, che dev'essere necessariamente flessibile.
  • Il digital marketing ha bisogno di essere seguito da specialisti, ma deve essere capito e integrato nella strategia complessiva. Un digital marketer che rifiuta di abbracciare il marketing "classico" prenderà dei grossi granchi, mentre un marketer classico che rifiuta di abbracciare il digitale… rischierà di trovarsi presto senza lavoro.
  • B2B e B2C fino ad un certo punto. Human 2 Human è la realtà (nel digital ma non solo).

Trovare la rotta per il team marketing in questo cambio di paradigma è uno dei temi caldi: ti consiglio di guardare il preziosissimo intervento di Joanna Lord, CMO di ClassPass.

Le sfide sono tante e sempre nuove. Ma noi siamo qui e ci stiamo rimboccando le maniche! :)

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Categorie: News ed Eventi Digital, Inbound Marketing

Daniela Filip

Digital Strategist - Project Manager
Economista di formazione, accetta ogni sfida sfoderando creatività e spirito di osservazione.

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