La SEO, acronimo di Search Engine Optimization (ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca) è l’insieme delle tecniche utilizzate nel web marketing per favorire il posizionamento organico delle pagine del sito web tra i primi risultati della SERP (Search Engine Results Page, pagina dei risultati del motore di ricerca).
In questo articolo-guida ti condurremo alla scoperta delle strategie SEO e di come queste si inseriscono in un percorso orientato alle performance e ai risultati concreti che puoi raggiungere con il tuo sito web.
La SEO, tra tutte le attività tecniche che coinvolgono un sito web, è quella che nel tempo è andata incontro ad un numero maggiore di trasformazioni ed evoluzioni. Il costante perfezionamento dei motori di ricerca ed il ruolo impattante dei differenti aggiornamenti degli algoritmi che regolano l’attività dei motori di ricerca, hanno costituito lo stimolo giusto per operare un costante rinnovamento nelle tecniche e nelle strategie operative.
Per questo motivo, quando ci si avventura in un viaggio alla scoperta della SEO, è necessario pensare a tutti gli elementi che nel tempo hanno contribuito a una sua continua evoluzione.
Dagli anni ‘90, segnati dalla diffusione dei primi motori di ricerca e in parallelo delle prime tecniche di ottimizzazione, si è arrivati alla svolta con Google, lanciato nel mercato nel 1998. Si apre qui una nuova era, che si avvicina a ciò che oggi ci è più familiare in ambito SEO. Insieme a Google, l’introduzione del PageRank sbaraglia la concorrenza. Si tratta, infatti, di un algoritmo che assegna valore alla pagina web, considerando quantità e qualità dei backlink (link provenienti da altri siti che puntano ad un determinato sito).
A questo primo algoritmo sono seguite altre novità che hanno portato ad un continuo miglioramento delle funzionalità e degli algoritmi del motore di ricerca: menzioniamo ad esempio Panda, Penguin e Hummingbird (2013), l’aggiornamento che ha portato ad una revisione dell’algoritmo Google orientato a una migliore comprensione delle query dell’utente. A partire da questo momento l’utente ha acquisito un ruolo chiave e questo si è tradotto, ad esempio, nello sviluppo di algoritmi attenti agli aggiornamenti dei siti per visualizzazione mobile (2015: Mobile Friendly Update) o a siti ottimizzati per l’esperienza utente.
La persona diventa dunque la vera protagonista della SEO moderna, che può essere definita anche Search Experience Optimization: al centro c’è l’utente nella sua continua ricerca di risposte per soddisfare bisogni e necessità. Non è un caso che l’aggiornamento del 2018, definito con l’acronimo E.A.T. ("Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness" Competenza, autorevolezza e attendibilità) punti a premiare i siti che si dimostrano migliori nel fornire risposte pertinenti e di qualità.
Una grafica aggiornata e più accattivante, una comunicazione in linea con le novità aziendali e dei contenuti freschi sono elementi importanti per migliorare le performance in termini di visibilità online e user experience.
In una strategia digital che prevede anche un restyling del sito è però fondamentale la consulenza di un SEO Specialist, per evitare di perdere importanti posizionamenti raggiunti con le pagine del proprio sito.
Ecco alcuni spunti da non sottovalutare prima del restyling:
Leggi questo articolo per scoprire come ottimizzare la strategia SEO ed eseguire l’analisi keyword per migliorare il posizionamento del sito web, anche in caso di restyling >> L'importanza della SEO nel restyling di un sito
Quando si parla di restyling di un sito è normale trovarsi di fronte ad un aggiornamento dei contenuti e, con esso, dell’alberatura del sito. Questo implica spesso una revisione delle pagine del sito stesso: impariamo a vedere il sito all’interno di un processo di evoluzione in cui vecchie pagine vengono rimosse, nuove pagine sono integrate.
In questo video Ilaria, la nostra SEO/SEM Specialist ti spiega cosa sono i redirect e come utilizzarli nella tua strategia SEO:
Per garantire l’ottima navigabilità del sito lato utente e motore di ricerca, evitando di incorrere in penalizzazioni, vengono impostati dei redirect o reindirizzamenti. I redirect rinviano ad un altro contenuto del sito (si usa ad esempio quando una determinata pagina è stata eliminata e si vuole reindirizzare l’utente verso una nuova pagina). Senza redirect l’utente si troverebbe di fronte ad una pagina di errore 404.
L’utilizzo di reindirizzamenti, anche a fronte della loro dimostrata utilità, è stato più volte messo in discussione dal punto di vista dell’ottimizzazione. Ci si chiede allora: “I redirect sono azioni negative per la SEO?” I redirect non sono negativi per la SEO, devono tuttavia essere utilizzati correttamente. Una loro errata implementazione potrebbe causare problemi, come la perdita di PageRank e di traffico.
L’analisi accurata degli interventi SEO da attuare in un sito web è quindi la soluzione ideale per garantire una corretta continuità di performance, anche in caso di restyling e di interventi sostanziale. In questa fase si può infatti identificare la migliore tipologia di redirect da implementare: 301 (per reindirizzamenti permanenti) o 302 (per reindirizzamenti temporanei), definendo la giusta strategia da seguire.
Leggi questo articolo per scoprire come evitare di perdere traffico nel tuo sito con le giuste attività di reindirizzamento tramite redirect 301 >> Come trasferire gli url senza perdere traffico: i redirect 301
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Da recenti studi Audiweb (Marzo 2019) emerge che la digital audience italiana ha raggiunto l’incredibile picco di 33,3 milioni e circa l'87% di questi utenti, pari a 28,6 milioni, ha navigato utilizzando un dispositivo mobile: smartphone o tablet.
Questi dati sono importanti perché testimoniano una chiara tendenza a fruire di contenuti digitali sempre più servendosi di dispositivi mobile. Questa evoluzione è all’origine di un aggiornamento degli algoritmi di Google a favore dei siti web ottimizzati per la navigazione da mobile.
Lo studio del comportamento utente e delle azioni intraprese dai motori di ricerca ha portato allo sviluppo di siti web responsive. Gli obiettivi principali per cui si sceglie di sviluppare un sito responsive sono due:
I risultati di un sito web responsive si possono misurare anche nel lungo periodo, una migliore UX favorisce le conversioni e contribuisce all’aumento del tempo trascorso sulle pagine del sito, elemento tecnico molto importante per stabilire il valore del sito stesso.
Un sito responsive può rivelarsi la migliore soluzione in caso di restyling o di nuova realizzazione. Il layout responsive favorisce, infatti, la condivisione dei contenuti sui canali social e, di riflesso, la loro diffusione. Grafica, programmazione, contenuti e loro ottimizzazione hanno un ruolo chiave perché garantiscono non solo un’ottima user experience, ma anche il raggiungimento di obiettivi di marketing importanti.
In questo articolo parliamo dei benefici di un sito responsive per la SEO e per l’utente, approfondisci al link >> Perché un sito responsive è migliore anche per la SEO
Quando si parla di SEO è naturale citare, accanto alle attività più tecniche, lo sviluppo dei contenuti. Una tipologia di contenuto da non sottovalutare all’interno di una content strategy SEO oriented è il Pillar Content o Pillar Page.
Il Pillar Content, spesso menzionato in relazione all’Inbound Marketing, a livello di architettura dell’informazione può essere definito come una pagina top-level fondamentale per lo sviluppo della strategia SEO. Per quanto riguarda il contenuto, invece, una Pillar Page è una pagina che affronta un determinato argomento in maniera completa, fornendo informazioni precise e mirate. L’obiettivo di una Pillar Page è fornire delle risposte esaurienti su un tema particolare, catturando l’attenzione dell’utente.
Un Pillar Content ha un’elevata probabilità di performare lato SEO e ad essa viene attribuito un elevato Page Rank: il motore di ricerca premia infatti la sua completezza delle informazioni, che coincide con una risposta mirata all’intento di ricerca dell’utente. I visitatori che atterrano su questa tipologia di pagine non devono compiere altre azioni, trovando già in quel contenuto la risposta alla propria query.
Le Pillar Pages, solitamente classificabili anche come guide o risorse utili, oltre a linkare risorse correlate ad argomenti affini presenti nel sito o blog, vengono linkate più facilmente dagli utenti, aumentando l’autorità della pagina, fattore determinante in ottica SEO.
Leggi questo articolo per approfondire come i Pillar Content possono inserirsi in una strategia SEO e di Inbound Marketing >> Pillar Content o Cornerstone Content: cosa sono e quali sono le differenze?
Gli assistenti vocali si stanno ritagliando un ruolo da protagonisti all’interno delle nostre vite. Sia in contesti domestici che in ambienti professionali, non è poi così raro sentire parlare (e vedere in azione) Google Assistant, Apple HomePod e Amazon Echo, solo per citare alcuni esempi. Il diffondersi di questo tipo di dispositivi ha aperto la strada ad una nuova evoluzione lato SEO: la Vocal Search.
I software di assistenza vocale sono nuovi strumenti utilizzati dall’utente per compiere ricerche online, per questo sono strettamente in relazione con la SEO. Da qui nasce l’esigenza di ottimizzare siti e contenuti anche per gli assistenti vocali.
Cambia il modo di ricercare le informazioni ma cambiano anche le ricerche, un tempo più macchinose e statiche, oggi più interattive, sequenziali, frutto di un percorso simile alla comunicazione naturale. E la ricerca vocale è la giusta soluzione perché fornisce risultati rapidi, mirati e adattati alle reali esigenze degli utenti.
La Vocal SEO, tutt’ora in pieno sviluppo, viene descritta con acronimi tipo: PASO (Personal Assistant Search Optimization) oppure VSO (Vocal Search Optimization) e si lega all’ottimizzazione per dispositivi mobile.
Leggi questo articolo per approfondire che cosa è la vocal search e il suo stretto legame con la SEO >> Gli assistenti vocali che stanno cambiando la SEO
Tutte le tecniche SEO che abbiamo fino ad ora descritto possono inserirsi in un più ampio contesto, come ad esempio il restyling del sito o l’ottimizzazione di un sito già esistente. Quando è dunque il momento giusto per rivolgersi ad un consulente SEO?
Richiedere il servizio SEO al momento sbagliato può rivelarsi dannoso: ormai può essere troppo tardi per porre rimedio a eventuali errori di progettazione e sviluppo.
Il lavoro del consulente SEO inizia a monte, a partire dall’analisi che porterà alla definizione della strategia di digital marketing. Se l’obiettivo è quello di catturare nuovi utenti e guidarli verso la conversione è necessario riflettere e sviluppare la giusta tattica di ottimizzazione.
Una consulenza SEO inizia molto prima dell’online del sito e non si esaurisce con una semplice ricerca di parole chiave, ma trova applicazione nella definizione di elementi chiave nella realizzazione del sito web, come:
Alcune tra le azioni SEO più importanti effettuate durante lo sviluppo di un sito, sono:
Le attività SEO continuano anche dopo l’online del sito, come ad esempio:
Il consulente SEO deve comprendere appieno il progetto e gli obiettivi e può intervenire anche a progetto avviato, accompagnando con la propria esperienza e le proprie competenze l’intero percorso di vita di un sito web e guidandolo verso un migliore posizionamento e al raggiungimento di obiettivi concreti e misurabili.
Leggi questo articolo per approfondire il ruolo del consulente SEO e capire quando è il giusto momento per farlo intervenire sul tuo sito >> Consulente SEO: quando è il momento giusto di chiamarlo
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