I nostri takeways dal Search Marketing Connect 2017

10/01/2018
Autore: Katia Bordignon - di lettura

Come ogni anno, Bizen ha preso parte al Search Marketing Connect, una tappa fondamentale per la formazione di agenzie e aziende che fanno della SEO e SEM un punto focale del loro business.

Questa volta a partecipare siamo state io e Francesca ed abbiamo raccolto alcuni spunti che riteniamo interessanti e utili da condividere.

In questo articolo elenchiamo i 3 migliori takeaways che abbiamo raccolto al Search Marketing Connect.

 

Proximity marketing: quando l’online e l’offline si incontrano

Lo speech di Paolo Zanzottera ha voluto svelare le attuali potenzialità che il mobile ci mette a disposizione come marketers. Ha esordito dicendo che ‘’il mobile è stata la più importante innovazione digitale dopo il World Wide Web di Tim Berners Lee. Lo smartphone è ciò che ha reso veramente wide il world wide web.’’

 

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Essendo al centro della vita delle persone, questo strumento si pone a metà strada tra l’online e l’offline. Per questo è sempre più difficile tracciare una strategia marketing che non includa il mobile, nuovo punto di partenza per la customer journey digitale.

 

Lo smartphone ha tre principali caratteristiche. È ovunque, è sociale ed è personale.

 

Il fatto di essere ovunque rende il mobile la più grande opportunità per le aziende che vogliono fare geomarketing, ossia utilizzare dati georeferenziati per analizzare, pianificare ed attuare attività di marketing. Questo è possibile grazie alle web app ed alle web progressive app che intercettano gli utenti che si trovano in prossimità di determinati spazi fisici con il proprio cellulare. 

Grazie a questi tool diventa possibile fare:

  1. Attività di Marketing di Prossimità: sfruttare la presenza fisica dell’utente presente in una data location con il suo smartphone per ricavare dati (in-store data)
  2. Leggere in-store Analytics: interpretando i dati ricavati dal marketing di prossimità è possibile pianificare azioni strategiche sia di tipo pubblicitario che manageriale.

  

  

Ad esempio, un ristoratore, consultando la scheda Google My Business di un ristorante vicino, può capire quali sono le fascie orarie di maggiore affluenza e, di conseguenza, attivare campagne promozionali più mirate ed efficaci.  

Se vuoi approfondire questo tema, ti invito a leggere il mio articolo "Il ruolo del Marketing di Prossimità in una strategia digital".

 

Small Data: per studiare l’universo, l’estremamente grande, si misura l’atomo, l’estremamente piccolo (Galileo)

Lo smartphone genera un traffico con caratteristiche molto diverse dal desktop. Se volessimo parafrasare, potremmo dire che lo smartphone crea un traffico molto più simile ad uno ‘’snack’’ mentre il traffico desktop genera un traffico più simile al ‘’pasto completo’’.

 

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In media ⅔ del traffico mobile portano ⅓ di fatturato.

Diventa chiaro che l’utente usa lo smartphone soprattutto per il primo contatto con il brand, mentre preferisce approfondire da desktop.

Questo genera una frammentazione del customer journey e quindi l’utente tocca moltissimi touch-point prima di convertire.

 

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L’utente che converte subito lo fa per acquisti di basso impatto economico in quanto più d’impulso. Gli acquisti importanti invece vedono la conversione avvenire dopo più di 10 touch point.

Conclusione ovvia: la persona che entra nel mio sito è sempre la stessa ma proviene da molteplici punti di accesso: social media, landing pages, email, sito web, advertising, etc.

Questo significa che la misurazione classica, fatta di visite mobile e desktop in senso assoluto, non è più sufficiente e diventa necessario misurare quante volte un determinato utente è entrato in contatto con il brand.

Questo è possibile grazie agli Human Analytics, che sfruttano i webcookies per analizzare i dati socio demografici ed individuare dei cluster di target importanti.

 

 I dati sono la ricchezza che il web ci fornisce.

 

 Il consiglio di Marcoquadrella nel suo speech ‘’Search Marketing Analytics: cosa misurare quando il traffico arriva da Google’’ è quello di analizzare le metriche e segmentarle il più possibile in base al comportamento d’acquisto, passando così da una visione incentrata sui big data (la massa) ad una che ha per protagonista gli small data (i singoli utenti).

  

Personalizzazione Data-Driven

Quindi, grazie agli Human Analytics , è possibile passare da una visione globale della propria audience a una specifica dei singoli cluster di target, ossia gruppi di utenti definiti.

Di questa segmentazione ha parlato ampiamente Alessandro Teofilo nel suo speech ‘’Best Practices per una Personalizzazione Data-Driven dell’esperienza online’’.

 

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Ha affermato infatti che la ‘’website personalization’’ basata sui dati porta gli utenti, distinti per caratteristiche molto specifiche, a fare un passo in più verso il brand grazie ad un’esperienza sempre più customizzata.

 Secondo alcune stime, il 94% dei marketers sostiene che la “website personalization” è l’aspetto critico per il successo futuro e chi l’ha implementata ha assistito ad un aumento delle vendite del 19% (Fonte WiderFunnel).

Ma come mettere in pratica questa personalizzazione one to one? Francesca lo spiegherà nel dettaglio nel suo post "Website Personalization: gli step da seguire per metterla in pratica" che vi proporremo a breve: stay tuned!

Il Search Marketing Connect ha quindi rafforzato un’idea già radicata tra i le mura dei nostri uffici: il punto focale per un venditore si è spostato dai dati di mercato e dai suggerimenti avanzati dagli utenti ai dati forniti dal web. Quest'ultimi sono una fonte inconfutabile e permettono alle agenzie di guidare il cliente con certezza e chiarezza.

 Grazie Search On Media Group per questa splendida opportunità di conoscenza! 

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Categorie: News ed Eventi Digital

Katia Bordignon

Project Manager
Estroversa e curiosa, è la persona giusta per dare forma alle tue idee: che si tratti di pianificare una strategia o di organizzare un evento, lo farà con stile.

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