Quest'anno Lisbona ha ospitato il Web Summit: la conferenza mondiale sulla tecnologia. Noi c'eravamo per raccontarvi l'Europa del Digitale.
Da Dublino a Lisbona, le celtiche terre color smeraldo lasciano il posto quest'anno al continente. Il Web Summit si trasferisce (per la prima volta e per le prossime due edizioni) e sceglie per la sua ottava edizione la capitale portoghese. Cambiano le dinamiche?
Una delle motivazioni forti che ha spinto gli organizzatori a valutare e scegliere una nuova location è la costante crescita di interesse per l'evento, come sottolinea il fondatore irlandese del Web Summit Paddy Cosgrave. 53.056 presenze registrate (oltre 15mila persone presenti all'apertura dell'evento nella Meo Arena -ex sede dell'expo Lisbona 1998- e 3mila persone a gioire e condividere l'apertura del festival dai maxi schermi allestiti al di fuori della struttura).
Il Portogallo, colpito dalla crisi economica smuove la sua pedina per risollevarsi, puntando sull'evoluzione delle nuove tecnologie e facendosi sostenitore e promotore, grazie ad una partecipazione proattiva al Festival. Dublino ha dunque ceduto, almeno in parte, a Lisbona il testimone di Silicon Valley d'Europa? Forse, perché “Questa non è la nuova Silicon Valley. Questo è il Portogallo”, è il claim scelto dal Web Summit 2016.
Non solo conferenze e interventi da parte dei maggiori dirigenti e leader di aziende operanti a livello globale (Cisco, Soundcloud) ma anche lo spazio per le start up (50 arrivate anche dall'Italia) per avere un posto in prima fila e presentare le novità digitali del momento.
Colori, volti, hashtag, tweet e post, da questo evento ci portiamo a casa il contatto reale e digitale. Un percorso di confronto, ma anche un momento per fare il punto e scoprire e riscoprire nuove strategie. L'Europa del digitale cresce, e lo fa con le idee originali che ancora emozionano e creano legami, il vero motore dello sviluppo.
Riassumiamo qui alcune idee, tra le tante raccolte in questi 4 giorni di festival, che vi vogliamo condividere con la mente ancora immersa ai giorni del Web Summit.
Capire l'utente con un algoritmo
Il bot diventa amico. Bot, abbreviazione di robot, nasce come programma che può avere accesso e interazione agli stessi sistemi di comunicazione utilizzati dagli esseri umani. In principio fu ELIZA (1966), un programma che simulava il ruolo di fisioterapista, impostando le sue risposte sulla base di una serie di parole chiave presenti nelle risposte del suo interlocutore umano. Al Web Summit Festival si è parlato molto di bot e della loro implicazione nel prossimo futuro. Google stesso già utilizza i bot come crawler nelle web pages e si parla da tempo di bot simili ad ELIZA per Facebook. Obiettivo? Raccogliere informazioni e dettagli di differente tipologia, interagendo con l'utente e sapendogli proporre ciò che già sta cercando.
Il potere eroico dei brand e la felicità 2.0
Nella new economy la componente umana ha assunto un ruolo fondamentale e l’azienda è chiamata a trasformarsi, da produttore di beni e servizi, in autore di esperienze positive per i propri clienti. La tecnologia può facilitare questa missione eroica dei brand, aiutando le persone a coltivare la propria felicità, quando le rende autonome, le connette con gli altri in modo autentico e quando crea possibilità di crescita.
Sulla pagina ufficiale Facebook del Web Summit trovi tutti gli altri video. Buona visione!
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