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Digital stories: la strategia è sul web

Scritto da Elisa Carraro | 25-lug-2018 8.51.00

Attenzione qui si parla di storie. Racconti di vita (e di vite). Stralci di emozioni o sogni che diventano, davvero, realtà. Far partecipi gli altri della nostra vita, in un incrocio di sentimenti e parole. E anche le aziende si raccontano e svelano la loro anima fatta di persone, in un contesto sempre più H2H.

Aquiloni al vento, in una brezza che ci guida come le onde del mare… può sembrare l’inizio di una storia e in effetti lo è. Di quante storie siamo partecipi ogni giorno, di tanti generi e temi: storie tristi, storie di rivincite mozzafiato, resoconti di fatti vissuti o discorsi che si dilungano all’infinito.


Ma che cos’è raccontare e raccontarsi?
Non è un’azione che si lega solo al periodo dell’infanzia, per maturare e accrescere il proprio pensiero narrativo.
Raccontare fa parte di noi è quella favella intesa come capacità di parlare che tanto contraddistingue l’animo umano dall’espressività animale. Rendere gli “altri” (l’esterno), partecipe della nostra vita, dei nostri momenti, quelli più belli, quelli più brutti, della nostra quotidianità. Le quattro chiacchiere al bar, lo scambio di parole durante l’aperitivo del dopo lavoro è un limite superato.
Oggi più che mai sentiamo l’esigenza di parlare. A parole, a voce, per immagini e per video.

L’occasione di fare rete, ora è online. Più che mai, più di prima.

E se anche in Bizen il pay off Digital stories lascia aperta l’immaginazione a un percorso da progettare, costruire e vivere, l’obiettivo è allora un viaggio alla scoperta delle proprie potenzialità e di come applicarle nel web. Parola chiave è raccontarsi. Parlare di sé, dei propri punti di forza, valorizzando le opportunità. Investire di sentimenti il lato umano di ciascuno, emozionare prima che coinvolgere.

Il racconto digitale si presenta sotto forme differenti. Dai siti web, ai blog, dai social alle immagini e ai video. Le parole si alternano alle immagini, le voci alle inquadrature, in un racconto che danza sotto ai nostri occhi e colpisce i nostri sensi. Le parole sono i testi dei post del blog di settore o il post personale di un influencer. Testi e immagini sono però presenti anche nei post Facebook, immagini più che testo in Instagram. E i video, una forma di comunicazione diretta, un racconto che coinvolge e si amplifica, coinvolgendo emozioni e molteplici dimensioni sensoriali.

Nel web troviamo molti esempi di storie. La diffusione del mobile ha facilitato la creazione di racconti e la loro condivisione.

L’immediatezza è uno dei requisiti fondamentali quando si raccontano storie nel web e lo smartphone è di certo lo strumento più facile per produrre contenuti dalla rapida “trasmissione”.

E se le storie digital sono social, ecco nascere applicazioni che permettono di raccontarsi “live”, in un dialogo che si trasforma in comunicazione, uno verso molti.


Snapchat Stories
All’inizio c’era Snapchat. Il social giallo canarino e “teen-target”. Parlare non basta più, bisogna svelarsi, coinvolgere. Storie da creare ma anche da visualizzare. Video e immagini che si alternano e hanno vita limitata nell’universo digitale, solo 24 ore, prima che vengano automaticamente eliminati.


Instagram Stories
Smartphone alla mano, Instagram si nutre di attimi “mobile”. Instagram da qualche tempo non è più solo immagini e hashtag. Il racconto degli Igers è diventato un mix di video, immagini, stickers, testo: creatività prêt-à-porter per un racconto a scadenza. Anche qui la storia rimane visibile solamente per 24 ore.


Facebook Stories
Come Instagram, anche Facebook si lancia nel mondo delle stories. Il mobile è uno strumento per viaggiare con la fantasia, raccontarsi in una trasformazione o descrivere semplicemente se stessi. I video a “durata limitata” spopolano anche nel social che ha rivoluzionato il modo di fare “network”. Come poteva mancare?


Whatsapp Stories
Whatsapp ci ha tentato, a sua volta. Purtroppo senza successo. La possibilità di utilizzare le storie all’interno dello status non ha preso quota e per questo si è ritornati al classico status, quello preferito ed utilizzato dagli utenti prima dell’aggiornamento.


LinkedIn Stories
L’utente racconta e si mette in gioco, in prima persona, anche in un ambiente più “formale” come LinkedIn. Parla di sé, della propria esperienza, dell’idea dapprima così inaspettata, ma poi geniale che si rivela il punto di partenza di una strategia vincente. LinkedIn Stories è un almanacco di opportunità, ci sono racconti di vita e di carriera, iniziative fuori dall’ordinario, sfide che ispirano.


Twitter Stories
Le storie online non corrono solo sul filo del fotogramma. Anche Twitter, in tempi non sospetti (2011), parlava di stories. Non c’è live, ma l’emozione della diretta si sente forte anche in questo caso. Una raccolta di alcune tra le esperienze più importanti d’utilizzo di Twitter. Storie che hanno cambiato la prospettiva, esempi di chi ha saputo usare Twitter per cambiare e osare.

Molte delle storie che vediamo e di cui veniamo a conoscenza ci fanno capire come il potere sia nelle mani dell’utente, il consumer, più che del brand. La vera storia da raccontare, quella che tutti vorranno leggere e seguire sarà quella della persona comune, mentre, magari, prova o testa un prodotto, vive un’esperienza, si emoziona.

A raccontarsi è il lato umano, stimolato, perché no, proprio dal brand o dall’azienda. Quell’aspetto unico che riscopriamo dentro di noi e che ci distingue dagli altri, usiamolo per coinvolgere, per affascinare, per comunicare.


Fonti:
LinkedIn stories https://opportunity.linkedin.com/stories
Instagram Stories https://help.instagram.com/1660923094227526/
Facebook stories https://www.facebookstories.com/
Snapchat https://support.snapchat.com/it-IT/ca/stories
Twitter storie https://stories.twitter.com/